Il mondo invecchia, ma, aldilà del luogo comune, l’invecchiamento demografico costituisce uno dei principali problemi dell’intero pianeta e in particolare dei paesi più industrializzati. In Italia, uno dei paesi più longevi, gli ultraottantenni rappresentano il segmento destinato a crescere in modo più marcato nei prossimi decenni. Con l’avanzare dell’età, le malattie croniche, e in particolare quelle cardiovascolari, si fanno più frequenti. Queste ultime rappresentano negli anziani la principale causa di morte e disabilità. Per tale motivo l’assistenza all’anziano cardiopatico è un tema di crescente attualità e rilevanza per la salute pubblica. L’anziano è un individuo che quando si ammala rappresenta il tipico esempio di paziente complesso e la cui cura impone spesso scelte difficili e la ricerca di sempre nuove soluzioni finalizzate a migliorarne prognosi e qualità di vita. Nella nostra società assistiamo in questi anni a una evoluzione drammatica della domanda di salute: l’aumento di pazienti cronici e disabili e la progressiva insufficienza dell’assistenza “familiare” si confrontano ogni giorno con l’esigenza di contenimento della spesa sanitaria e assistenziale. Il medico è quindi sempre più spesso chiamato a confrontarsi con pazienti molto anziani, nei quali multimorbosità, disabilità e fragilità rendono il processo decisionale più difficile, accrescendo il rischio di errori diagnostici e terapeutici e di uso inappropriato delle risorse.
I progressi della ricerca scientifica hanno portato negli ultimi anni ad un miglioramento della prognosi e della qualità della vita di molte malattie cardiovascolari mediante l’introduzione di trattamenti farmacologici, interventistici e chirurgici in individui anche molto anziani. Tuttavia, poiché in passato gli anziani sono stati spesso esclusi dalla ricerca scientifica, non disponiamo ancora di chiare evidenze su sicurezza ed efficacia di molti dei trattamenti che vengono applicati nella pratica clinica. Solo recentemente l’atteggiamento della Medicina nei loro confronti è radicalmente mutato e si è acquisita consapevolezza della necessità di migliorare la qualità delle cure con strumenti di valutazione e terapie dedicati, ottimizzando il processo di selezione dei pazienti e valutando volta per volta i benefici e i rischi connessi ai differenti trattamenti. Le criticità connesse alle crescenti difficoltà economiche della nostra società espongono quindi l’anziano, più di ogni altro individuo, al rischio di perdita del diritto di accesso alle cure.
Ogni giorno Cardiologi e Cardiochirurghi si trovano a percorrere con i loro pazienti anziani un sentiero il cui confine è rappresentato dalla sottile linea di demarcazione che separa una scelta terapeutica appropriata ed efficace da una futile e inappropriata. A quel “confine” è dedicato il Congresso di Cardiologia dell’Anziano, che si terrà a Roma nella prestigiosa sede della Scuola Superiore di Polizia il 5 e 6 maggio prossimi. Il Congresso, giunto alla sua quattordicesima edizione, si propone di riportare e discutere i risultati della ricerca internazionale su questo argomento e si basa sull’aggregazione multidisciplinare di differenti professionisti come Cardiologi, Geriatri, Cardiochirurghi, Internisti, Nefrologi, Medici di Medicina Generale, e Infermieri. Per confermare il valore formativo dell’evento, anche quest’anno tutte le sessioni saranno basate sulla presentazione di argomenti di vivo interesse per la salute dell’anziano cardiopatico e si concluderanno ognuna con una discussione interattiva condotta da tre moderatori e un panel di esperti, al fine di facilitare gli interventi del pubblico. I temi trattati includono tutte le condizioni morbose di maggiore rilievo in questa popolazione di pazienti, quali lo scompenso cardiaco, le sindromi coronariche acute, la fibrillazione atriale e le malattie valvolari come la stenosi aortica. Quest’ultima si può giovare oggi di trattamenti chirurgici e interventistici innovativi di altissima tecnologia, quali l’impianto di nuove protesi con tecniche mini-invasive, che consentono ormai di curare individui anche molto anziani e fragili, che fino a un recente passato non potevano essere operati con le tecniche convenzionali. Per questo motivo il Congresso dedicherà a questo tema la sessione principale, con la partecipazione di Cardiologi clinici e interventisti, Cardiochirurghi ed esperti di Imaging cardiovascolare di rilevanza nazionale. L’altra Sessione principale sarà dedicata a una analisi approfondita delle nuove terapie disponibili per un problema di massima rilevanza: la prevenzione dell’ictus cardioembolico nella fibrillazione atriale, che rappresenta l’aritmia cardiaca più frequente in età avanzata. Le Sessioni classiche saranno alternate a Focus on, dinamiche relazioni incentrate su una rassegna critica degli aggiornamenti più recenti nell’ambito della terapia delle cardiopatie dell’anziano, con particolare riguardo ai nuovi trattamenti farmacologici dello scompenso cardiaco e della cardiopatia ischemica.
Nel corso del Congresso i partecipanti avranno la possibilità di presentare e discutere i risultati delle proprie ricerche pubblicate nell’ultimo anno su riviste internazionali. Fra queste spiccano recenti studi condotti sul ruolo della fragilità e del deficit delle funzioni cognitive nel determinismo del quadro clinico e della prognosi di malattie cardiovascolari come la fibrillazione atriale e lo scompenso cardiaco. Ad esempio, una ricerca svolta dal registro multicentrico nazionale IMAGE-HF e recentemente pubblicata sulla rivista JACC Heart Failure, ha dimostrato che un test di facile esecuzione e a “costo zero” come la misura della velocità usuale del cammino sulla breve distanza di 4 metri è in grado di migliorare la stima clinica della prognosi di pazienti anziani con scompenso cardiaco, confermando in questa malattia quanto già si conosceva sul test nell’ambito della popolazione anziana generale, al pari di test spesso più costosi, invasivi e meno accessibili. Una ridotta velocità del cammino rappresenta quindi un indicatore di fragilità e di peggiore stato di salute che potrebbe potenzialmente essere reso reversibile con l’esercizio fisico e un miglioramento dello stato nutrizionale.
In tutto il Congresso sarà anche focalizzata l’attenzione su appropriatezza, accessibilità e sostenibilità delle nuove terapie, molte delle quali ad elevato contenuto tecnologico e assorbimento di risorse economiche. I lavori saranno pertanto conclusi come da tradizione da una Tavola Rotonda sugli aspetti ancora irrisolti della cura e della ricerca scientifica. Il tema principale di quest’anno sarà rappresentato dall’identificazione dei “confini” delle cure in rapporto alla complessità dei pazienti e ai nuovi scenari imposti dal riordino del SSN.
In questo Congresso viene abbattuta l’anacronistica separazione fra Medici e Infermieri con una faculty composta da entrambe le figure professionali e in cui le relazioni infermieristiche affronteranno gli snodi critici dell’assistenza all’anziano cardiopatico sia nell’ospedale che nel territorio. Altro aspetto originale e innovativo è costituito dallo spazio riservato ai giovani che possono in tal modo dimostrare il loro valore e presentare i risultati delle loro ricerche. L’evento si svolgerà con il patrocinio delle principali società scientifiche, quali l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, l’Ordine dei Medici di Roma, la Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare, la Società Italiana di Cardiologia Geriatrica e l’associazione no-profit ADRIANO. Al Congresso, che aderisce al programma ECM, sono stati assegnati 13 crediti formativi per medici di molteplici specialità e 12 crediti per infermieri e non prevede alcuna quota di iscrizione, in linea con la policy del Comitato Organizzatore, che ha come obiettivo la maggiore diffusione possibile delle conoscenze.
A Cura della Segreteria Scientifica