Heart Failure 2005: L’anemia è un fattore indipendente nell’insorgenza di deficit cognitivo negli anziani affetti da scompenso cardiaco
L’anemia rappresenta non solo un fattore importante nel determinismo della prognosi, ma anche una variabile importante nell’insorgenza di deficit cognitivo negli anziani con scompenso cardiaco. A queste conclusioni è giunto un gruppo di lavoro dello studio BRAVEHEART, composto da ricercatori italiani associati ad ADRIANO, e presentato al Congresso Internazionale Heart Failure 2005, del Working Group on Heart Failure della Società Europea di Cardiologia, tenutosi a Lisbona dall’11 al 14 Giugno 2005.
Negli ultimi anni l’interesse dei ricercatori si è allargato da una ricerca finalizzata al prolungamento della sopravvivenza ad altri obiettivi altrettanto importanti, quali le frequenti ospedalizzazioni e la qualità della vita. È noto che la maggior parte dei soggetti con scompenso cardiaco, oltre 2/3, è composta di ultrasettantenni. In questa fascia di età, data la ridotta aspettativa di vita e la frequente coesistenza di comorbidità e disabilità, il miglioramento e il mantenimento di una buona qualità della stessa assume un ruolo altrettanto rilevante.
È noto da alcuni anni che l’anemia, anche solo definita come un livello di emoglobina inferiore a 12 g/dl è un fattore predittivo indipendente di morte in soggetti scompensati; abbiamo osservato che i soggetti anziani presentano una prevalenza molto elevata di anemia, superiore al 40%; abbiamo anche visto che i soggetti con anemia non solo avevano una prognosi peggiore, ma presentavano in genere un quadro clinico più complesso, con peggiore qualità di vita, peggiore percezione di stato di salute e, fatto importante, un quadro di disabilità e peggiore performance ai tests di funzione cognitiva. Il deficit cognitivo è fattore importante sia perchè si associa a disabilità, sia perchè interferisce in modo significativo con la capacità del paziente di aderire al programma terapeutico.
L’anemia nei pazienti con scompenso ha genesi multifattoriale, in particolare essa si correla con l’insufficienza renale. Sia l’anemia che l’insufficienza renale sono fattori ndipendenti di prognosi severa e di deficit funzionale; questi risultati sottolineano quindi il ruolo fondamentale della terapia dello scompenso nel trattamento dell’anemia e nel rallentamento della progressione del danno renale.
Data l’alta percentuale di soggetti scompensati con anemia e insufficienza renale, ci si è chiesto se trattamenti potenzialmente ipotensivi o bradicardizzanti come i betabloccanti potessero in qualche modo peggiorare lo stato cognitivo. In realtà il trattamento con betabloccanti non sembra avere interferito negativamente con lo stato cognitivo dei pazienti.
da: European Journal Heart Failure 2005, Atti di Heart Failure 2005, Lisbon; abst supplement
Studio condotto grazie a un grant incondizionato di ADRIANO,
Pubblicato on-line a cura del Comitato Editoriale il 15 giugno 2005