Congresso Mondiale di Cardiologia: La fragilità è un fattore prognostico indipendente negli anziani affetti da scompenso cardiaco
Titolo originale:Frailty is an independent prognostic variable in very elderly patients with heart failure
Autori: G. Pulignano1, D. Del Sindaco2, A. Di Lenarda3, G. Cioffi4, C. Manzara1, F. Leggio2, G. Sinagra3, E. Giovannini1
(1) S.Camillo Hospital, Rome, Italy (2) INRCA, Rome, Italy (3) Ospedali Riuniti, Trieste, Italy (4) Villa Bianca, Trento, Italy
La fragilità rappresenta un fattore importante nel determinismo della prognosi e si associa a un quadro più severo di malattia e maggiore assorbimento di risorse negli anziani con scompenso cardiaco. A queste conclusioni è giunto il gruppo di lavoro dello studio BRAVEHEART, composto da ricercatori italiani associati ad ADRIANO, e presentato al Congresso Mondiale di Cardiologia 2006, tenutosi a Barcellona.
La coesistenza nell’anziano di polipatologia, scarsa capacità funzionale, senso di stanchezza, ipotrofia muscolare, problemi di deambulazione e di equilibrio, basso indice di massa corporea (BMI, body mass index), deterioramento cognitivo e problemi socio-ambientali gli conferiscono la connotazione di anziano fragile. La “fragilità ” è un’entità multidimensionale ancora non perfettamente delineata che rappresenta la perdita di riserva funzionale in diversi organi e sistemi e si manifesta come una aumentata vulnerabilità a eventi stressanti. Il soggetto fragile, in sintesi, presenta una ridotta risposta agli agenti stressogeni e ha quindi un più alto rischio di prognosi avversa, morte, ospedalizzazioni, cadute e sviluppo di disabilità . La disabilità rappresenta invece la non autosufficienza nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, con conseguente necessità di assistenza nelle stesse e costituisce una enorme fonte di assorbimento di risorse sanitarie e assistenziali.
Nonostante i considerevoli progressi conseguiti nella terapia farmacologica e non negli ultimi decenni, infatti, la prognosi dei pazienti anziani con scompenso cardiaco rimane scadente. Scopo dello studio è stato quello di valutare il signisficato clinico e il profilo prognostico dei pazienti anziani fragili con scompenso e trattati con terapia ottimizzata in centri specializzati
Lo studio è stato condotto prospetticamente su un campione di 190 soggetti ultrasettantenni (77±5 anni, range 70-94, 53.7% maschi) con scompenso cardiaco clinicamente stabile . Un punteggio di fragilità (FSS) è stato impiegato come indice di limitazione funzionale globale. Il punteggio FSS combina tre variabili di funzione (stato cognitivo, mobilità, continenza) in quattro stadi (1-4) di crescente gravità.
La Fragilità (FSS 2-4) era presente in 76 pazienti (40%). Vi era una associazione tra fragilità e morte a 1 anno: 14,9% nello stadio 1, 30,2% nello stadio 2, 54,5% nello stadio 3 e 100,0% nello stadio 4 (p<0,0001) oppure ospedalizzazione per scompenso cardiaco: 21,1%, 47,6%, 81,8%, 100,0% (p<0,0001) rispettivamente.
I fattori predittivi indipendenti associati alla prognosi erano l’età avanzata, la disfunzione ventricolare sinistra grave, l’ipotensione, l’anemia, l’assenza di terapia beta-bloccante e la fragilità.
Gli Autori concludono che la Fragilità è frequente anche negli anziani che vivono a domicilio e rappresenta un importante fattore prognostico. Pertanto, bisognerebbe considerare anche questa variabile nell’impostazione del piano terapeutico di questi pazienti.
Studio condotto grazie a un grant incondizionato di ADRIANO, Accettato e premiato fra le migliori comunicazioni orali e pubblicato sul volume degli atti del congresso su European Heart Journal 2006;