Quest’anno vede per la prima volta svolgersi i due congressi più importanti della European Society of Cardiology in Italia; l’ESC Congress si terrà a Roma dal 27 al 31 Agosto, mentre HeartFailure, il congresso della HeatFailureAssociation, si è svolto a Firenze dal 21 al 24 maggio, insieme al 3° Congresso Mondiale sullo Scompenso Cardiaco Acuto.
Nella Fortezza da Basso si sono contati oltre 6000 partecipanti, con una nutrita rappresentanza di cardiologi italiani; un successo, questo, che testimonia quanto sia sentita la necessità tra i medici di parlare di scompenso cardiaco, vera e propria epidemia della nostra società in progressivo invecchiamento, con una prevalenza di oltre il 10% negli ultraottantenni e una mortalità che globalmente è ancora molto alta nonostante gli ultimi progressi nella terapia.
Il Congresso è stato preceduto dal 1 all’8 maggio dalle Giornate Europee dello Scompenso cardiaco, una settimana di iniziative in tutto il Continente per sensibilizzare anche i “laici” a questa patologia, a cui anche noi abbiamo partecipato con la distribuzione di materiale divulgativo in occasione del XIV Congresso di Cardiologia dell’Anziano 2016.
Particolare attesa era rivolta alla presentazione delle nuove linee guida europee dello Scompenso Cardiaco. Le nuove linee guida seguono all’ultima edizione del 2012, ed hanno introdotto numerose novità, a partire da una nuova, necessaria ma forse ancora non definitiva, definizione di scompenso cardiaco, che alla luce delle nuove acquisizioni in termini di “fenotipizzazione” del paziente con scompenso cardiaco, adesso non include solo una separazione dicotomica tra scompenso a funzione sistolica ridotta o preservata, ma introduce una nuova categoria, lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione di grado intermedio (HFmrEF, mid-range ejection fraction), di fronte alla quale tuttavia abbiamo pochissime evidenze scientifiche sull’efficacia delle terapie tradizionali. Inoltre è stato introdottoun nuovo algoritmo per la diagnosi di scompenso cardiaco, che integra i dati anamnestici e della diagnostica di base con i biomarcatori e l’ecocardiografia, mirato a semplificare la diagnosi anche nei contesti dove l’accesso alla diagnostica di secondo livello non è immediato.
È stata ampliata la sezione dedicata allo scompenso acuto, con l’introduzione di algoritmi diagnostico/terapeutici che si rifanno a quelli delle sindromi coronariche acute e dell’ACLS, con indicazioni puntuali sui tempi di intervento e sulle terapie, a sottolineare l’importanza della tempestività nell’approccio a questa emergenza cardiologica la cui mortalità è elevatissima.
Tra le novità più importanti, inoltre, è stata l’introduzione nelle raccomandazioni terapeutiche e nelle flow-chart sul trattamento dell’LCZ696, che ha dimostrato nello studio PARADIGM-HF di ridurre la mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco cronico, primo farmaco dopo gli ormai lontani trial storici degli ACE inibitori e dei beta-bloccanti.
Infine, dalla presentazione delle nuove linee guida, traspare maggiore attenzione alla prevenzione dello scompenso cardiaco e al ruolo delle comorbilità, sempre più presenti nei pazienti del mondo reale, anziani e affetti da patologie multiple, che influenzano non solo la prognosi ma anche la qualità della vita, l’efficacia delle terapie e la loro implementazione.
In questo discorso si inserisce anche il nostro contributo scientifico al congresso, che ci ha visti presentare alcuni risultati dello studio IMAGE-HF sulle relazioni intercorrenti tra fragilità, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale. In una popolazione di pazienti anziani con scompenso cardiaco oltre un terzo dei pazienti è in fibrillazione atriale o ha una storia di fibrillazione atriale parossistica, e la fibrillazione atriale rappresenta un significativo predittore indipendente di decadimento cognitivo, fragilità e disabilità. L’associazione tra scompenso cardiaco e fibrillazione atriale è particolarmente rilevante perché rappresenta la più comune aritmia nello scompenso cardiaco, ne influenza la sintomatologia e aumenta il rischio di complicanze tromboemboliche. Inoltre, i risultati del nostro studio mostrano che la fibrillazione atriale si inserisce nel più ampio e complesso quadro dello scompenso cardiaco dell’anziano, interagendo con condizioni geriatriche come la fragilità e il decadimento cognitivo, e con la disabilità, con effetti sul decadimento funzionale, sul rischio di cadute e sulla possibilità di assumere correttamente la terapia anticoagulante.
I meccanismi fisiopatologici attraverso cui scompenso cardiaco e fibrillazione atriale influenzano queste condizioni sono complessi e meritevoli di ulteriori studi; ciò che emerge, tuttavia, è che lo screening di semplici variabili geriatriche è facilmente eseguibile anche in ambito cardiologico e avrà sempre più un ruolo nella gestione clinica e nella scelta delle misure terapeutichepiù appropriate, in un approccio più multidisciplinare e meno settoriale.
Il prossimo congresso della HeartFailureAssociation si terrà a Parigi nel 2017… see you in Paris!
MDT