Belluno 2009: Notizie dal Seminario di Aggiornamento sullo Scompenso Cardiaco
Belluno, 28 Marzo 2009. Aggiornare Specialisti, Medici di Medicina Generale e Infermieri sulle nuove frontiere di diagnosi e cura dello Scompenso Cardiaco e trasformare le conoscenze e i progressi della ricerca in miglioramenti della qualità, oltre che dell’allungamento, della vita degli scompensati. Questi gli obiettivi della I edizione del Seminario di Aggiornamento organizzato dall’Ospedale San Martino.
Argomento chiave del Seminario è stato la Stratificazione del rischio
Si stima, ci riferisce il Dr.Luigi Tarantini, coordinatore del Seminario, che nelle società evolute come la nostra il 2% circa della popolazione adulta sia affetta da scompenso cardiaco. Il trend epidemiologico mostra una inarrestabile crescita progressiva e l’insufficienza cardiaca rappresenta ormai da tempo la prima causa di ospedalizzazione negli Ospedali Italiani con un costo economico esorbitante: circa 600 milioni di euro di rimborso teorico per DRG nel solo 2005. Oltre che frequente ed economicamente oneroso lo scompenso cardiaco è una malattia grave: dal momento della diagnosi la sopravvivenza media dei pazienti è di 5 anni con una mortalità a 10 anni del 70-80%. L’insufficienza cardiaca è una malattia progressiva caratterizzata da fasi alterne di stabilità e destabilizzazione e quando si riacutizza il rischio per il paziente aumenta: su 100 pazienti ricoverati in ospedale per scompenso cardiaco acuto, infatti, entro 6 mesi dalla dimissione il 40% decede o rientra in ospedale per una ricaduta della malattia. Non è azzardato pertanto considerare l’Insufficienza cardiaca una condizione morbosa con una gravità sovrapponibile a quella di molte forme di cancro.
La forza di tali numeri, aggiunge Tarantini, spiega per quale ragione lo Scompenso cardiaco rappresenta attualmente una delle sfide più stringenti della pratica clinica contemporanea. Riconoscere precocemente la malattia, attuare un appropriato programma diagnostico-terapeutico e un adeguata gestione del follow up sono solo alcuni dei punti chiave per un management efficace. Le difficoltà nella corretta gestione del singolo paziente sono enormi e per buona parte addebitabili al fatto che lo scompenso è una condizione morbosa complessa da un punto di vista clinico e socio-sanitario. In senso stretto infatti, esso non è una malattia, ma piuttosto uno stato clinico terminale: la via finale comune a numerose cardiopatie o a processi morbosi che coinvolgono l’apparato cardio-vascolare.
Un secondo aspetto non meno importante è rappresentato dal fatto che, come spesso accade nelle malattie croniche, il percorso assistenziale è frammentato e coinvolge ambiti organizzativi e figure professionali differenti che di solito non comunicano efficacemente tra loro.
Scopo del Seminario è stato quello di offrire alcuni spunti di aggiornamento su un argomento specifico e pressante per chi cura i pazienti con insufficienza cardiaca: come identificare, catalogare e gestire il rischio nel paziente affetto da scompenso cardiaco. La complessità dell’argomento è tale che un’esaustiva trattazione avrebbe richiesto limiti di tempo ben superiori; abbiamo pertanto focalizzato l’attenzione su alcuni aspetti particolari: su cosa c’è di nuovo nella clinica e negli aspetti organizzativi e gestionali.
Nell’ambito del Congresso sono stati presentati anche i risultati di recenti studi effettuati nel campo dello screening precoce dello scompenso cardiaco, sul ruolo dell’educazione sanitaria nella gestione a lungo termine dei pazienti e i risultati preliminari del Registro dello scomepsno cardiaco nell’anziano IMAGE-HF.
A cura del Comitato Scientifico del Seminario, aggiornato al 28 marzo 2009